Volevo condividere con tutti voi la mia intervista rilasciata per il portale Matrimonio Italiano.
Buona Lettura, Alessandro.
M.I.: – Come comincia un fotografo che si specializza nelle fotografia per matrimoni? Come ti sei avvicinato? Autodidatta, o altro?
Amo tantissimo fotografare le persone, i loro volti e le loro espressioni, i loro sguardi ed i loro gesti, quasi a volerne cogliere i pensieri e le emozioni mentre sono immersi nella loro vita quotidiana. Mi sono avvicinato alla fotografia da autodidatta. Amo raccontare attraverso le immagini, ed è per questo che sento di esprimermi con molta spontaneità attraverso il reportage fotografico.
Ho cominciato proprio scattando ai matrimoni di amici e, dopo le prime esperienze, ho iniziato a collaborare con lo studio fotografico di un grande amico, specializzato in matrimoni. Qui ho avuto modo di affinare la tecnica attraverso una sana ed intensa gavetta di cui oggi posso apprezzarne il valore ed i risultati in molte foto.
M.I.:- Gli sposi chiedono spesso di vedere precedenti lavori?
Certo, è una nota costante la richiesta da parte degli sposi di visionare miei lavori precedenti. La condivido, e mi piace mostrare ai futuri sposi che incontro gli scatti realizzati per altri matrimoni, lo trovo un modo interessante per conoscersi, reciprocamente.
Infatti, proprio scorrendo insieme scatti o album, ho modo di spiegare loro come si svolge il mio lavoro; solitamente non mi soffermo molto a descrivere il mio stile fotografico, in quanto chi si rivolge a me ha già avuto modo di apprezzare la mano sul sito oppure sul blog personale. Preferisco piuttosto raccontare agli sposi il processo minuzioso che seguo per la creazione degli album, dalla selezione delle foto alla finitura dell’album che consegnerò a lavoro ultimato. E’ un momento importante anche per me, poiché già da qui comincio a conoscere la coppia ed i loro gusti, attraverso le domande che mi pongono e cogliendo gli aspetti cui sono più sensibili.
M.I.: – Quali sono le tappe necessarie per diventare un serio professionista? (Q.I.P, ecc.)
Non credo si tratti necessariamente di un percorso fatto di tappe. Bensì credo nel talento individuale e nel costante desiderio di mettersi in gioco, imparare e migliorarsi. Personalmente partecipo a dei corsi di aggiornamento una o due volte l’anno.
M.I.: – Come è composto il tuo kit fotografico hai un equipaggiamento di scorta? Quali usi? A che obiettivo non rinunceresti mai?
Ho 3 corpi macchina della Canon con relative ottiche, un professionista deve sempre avere un equipaggiamento di scorta: corpi macchina, obiettivi, flash, batterie e schede. Un’ottica a cui non rinuncerei mai è il 24-70 con il quale potrei scattare un intero matrimonio.
M.I.:- Quanto tempi occupa l’editing dell’immagine? Il lavoro fatto postediting?
Il lavoro post editing è abbastanza lungo ed occupa moltissimo tempo rispetto alla giornata del matrimonio in sè. Rivedo tutti gli scatti che andranno agli sposi anche perché scattando in RAW (negativo digitale) per tutti i file è necessaria una minima post-produzione.
Ad ogni modo gli interventi di post-produzione non fanno miracoli! Perciò curo sempre la qualità di ogni singolo scatto di origine affinchè il punto di partenza sia sempre uno scatto tecnicamente corretto.
M.I.: – Quanti scatti consegni alla coppia? Fai un back up dei lavori?
Sono specializzato nel reportage di matrimonio e un po’ per mia natura, e un po’ per volontà di non perdere nessun momento, tendo a scattare tanto, così mediamente consegno oltre 1500 scatti alla coppia.
Il backup? Fondamentale! Lo eseguo subito dopo aver scaricato gli scatti.
M.I.: – Se c’è una cosa della tua professione che vorresti cambiare.
Non cambierei nulla della mia professione. Mi piacerebbe però trovare più professionalità e rispetto in altri colleghi.
M.I.: – Dopo quanti anni si matura un’esperienza significativa?
Penso non ci sia una regola in generale, dipende dalla quantità e dalla varietà di servizi svolti.
Nel mio caso ha accelerato moltissimo il processo di maturazione professionale la collaborazione con “Borsa Italiana” per cui svolgo numerosi servizi di reportage di eventi legati al mondo della finanza, e grazie ai quali ho avuto l’opportunità di affinare non solo la tecnica, ma anche il tocco e lo stile fotografico.
M.I.: – Quali sono i Wedding Reportage nei quali ti sei più divertito? E quelli più impegnativi? Quelli che in qualche modo ti sono rimasti nel cuore?
Non ne ricordo uno in particolare, ma quelli in cui ci si diverte di più sono quelli in cui gli amici degli sposi riescono ad animare la festa coinvolgendo gli invitati! Il più impegnativo è anche quello che di più porto nel cuore: il reportage fotografico del matrimonio del mio più caro amico. Impegnativo ma anche emozionante, sia per l’amicizia fraterna che mi lega da anni alla coppia, sia perché ambientato nel centro storico di Catania, città dove sono nato e cresciuto.
M.I.: – Quali location ti hanno attratto di più, da un punto di vista dell’ispirazione?
Palazzo Biscari a Catania, bellissimo palazzo barocco racchiuso nel centro storico della città.
M.I.: – Che tipi di fotografi ammiri, a parte quelli del settore?
I fotografi che ammiro di più sono quelli che hanno raccontato la storia attraverso i propri scatti e le proprie immagini. Per esempio, questa estate ho potuto ammirare una mostra di Phil Stern chiamato a documentare lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia durante la 2° guerra mondiale . Mi ha davvero colpito vedere in quelle immagini luoghi a me noti della Sicilia di oggi com’erano ai tempi della seconda guerra mondiale; ma anche la gente, come vivevano e cosa facevano a quei tempi, nelle strade, nei campi; ossevare quelle immagini e quasi riuscire a leggere nei loro visi e nelle loro espressioni quel senso di paura, ma anche di speranza.
M.I.: – Fai anche altri tipi di fotografie, o sei interamente assorbito dal lavoro?
Mi piacerebbe eseguire dei reportage aziendali, per questo mi sto avvicinando allo still-life e fotografia industriale.
M.I.: – Cosa consiglieresti agli sposi, per avere un album fotografico ben fatto? (Dalla scelta del fotografo, all’attegiamento che devono tenere, tutto)
Non mi piace dare consigli sulla scelta del fotografo, ritengo sia estremamente delicata e personale, e ciascuno deve ascoltarsi scegliendo il professionista che gli è più vicino, e dal cui stile fotografico si sente meglio rappresentato.
Un suggerimento personale perché l’album sia ben fatto, è confrontarsi con il proprio fotografo anche per la scelta degli scatti, magari lasciandosi guidare nella selezione dei provini e individuando insieme quelli che possano raccontare al meglio i momenti più salienti della giornata.
Solitamente il consiglio che amo dare agli sposi che scelgono me come fotografo è di essere spontanei il più possibile, lasciar fluire liberamente le emozioni e godersi appieno la loro giornata speciale… Sarà poi compito mio raccontare attraverso i miei scatti la loro giornata e le loro emozioni affinchè, ogni volta che sfoglieranno il loro album nel tempo, possano ricordarle e riviverle nuovamente!
M.I.: – Cosa consiglieresti a chi si vuole avvicinare al mestiere?
Di andarci con i piedi di piombo, avere tanta umiltà e voglia di imparare.
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